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B. e F., sorelle che vivono e sognano a passo di danza

Non basta un tutù rosa per fare una ballerina, ma entrare in una scuola di danza e imparare a coordinare i propri passi e i propri movimenti con quelli degli altri può aiutare a inserirsi in un mondo che si percepisce ostile perché ti considera diversa. B. è ancora troppo piccola per capire l’importanza di questo percorso, ha solo 12 anni, anzi “quasi tredici”, come tiene a precisare. Però lo percepisce mettendo un passo dietro l’altro, controllando i singoli muscoli e muovendosi in uno spazio che per lei è troppo grande e fa paura. Comprende che se esiste l’espressione “corpo di ballo” vuol dire che per realizzare qualcosa bisogna essere insieme, dare ciascuna il proprio contributo, accettare ed essere accettate, essere le membra di un corpo che ha bisogno di tutte le sue parti per funzionare.

Attenzione e delicatezza per supportare le bambine

E’ un lavoro importante quello che stanno facendo gli operatori dell’associazione Mondo Donna onlus con due sorelline nigeriane ospiti con la loro mamma (e già titolari di protezione umanitaria) di una struttura SPRAR in provincia di Bologna da loro gestita: con attenzione e delicatezza stanno supportando il loro inserimento, reso doppiamente difficile da un’età già di per sé complicata come quella della preadolescenza. La casa in cui le incontriamo, sulle colline, è abitata anche da altre mamme africane con bimbi piccoli e la stanza che funge da ufficio-soggiorno è un allegro caos fatto di piccini che gattonano e ragazzine che si esibiscono in passi di danza. Le sorelline nigeriane sono in Italia ormai da tre anni ma, mentre per la più piccola – F. di dieci anni – l’inserimento scolastico e nella comunità dove vivono è stato semplice, per la più grande ci sono ancora difficoltà.

 

 

Due caratteri molto diversi…

Le due bimbe hanno caratteri molto diversi. La più piccola è esuberante ed espansiva, risponde sempre anche per la sorella, ruba continuamente la scena con piroette e acrobazie. E’ insieme alla sua amica del cuore, una bambina italiana, e sono vestite con un identico gonnellino di tulle rosa. B. invece sta sulle sue, all’inizio dà l’impressione di non saper parlare l’italiano, ma lo capisce perché risponde a gesti e con segni del capo. In realtà è solo introversa e ha paura di sbagliare in quello che dice o che fa. Si scioglie un po’ quando la sorella cerca di raccontare anche i suoi desideri e le sue sensazioni, zittendola e puntualizzando il proprio punto di vista.

Il difficile inserimento nella scuola media

La danza ha una funzione terapeutica soprattutto per lei, perché l’ingresso nella scuola media è stato difficile e doloroso e l’ha vista vittima di atteggiamenti di rifiuto e anche di vero e proprio bullismo. Non ci vuole molto a ferire una preadolescente anche senza che vi sia consapevolezza tra i coetanei. B. ha sempre giocato in difesa e il suo atteggiamento un po’ scontroso non l’ha aiutata. Così si è trovata isolata nel gruppo classe, fuori dalle chat di WhatsApp, emarginata nelle attività a scuola e nelle iniziative per il tempo libero. Anche il profitto scolastico ne ha risentito: non è facile andare volentieri a scuola se ci si sente rifiutate. Al contrario della sorella, B. non ha un’amica del cuore, anzi non ha proprio amiche. Si aggrega a quelle di F., che sono tutte più piccole di lei.

 

 

Danza acrobatica e moderna

Quando, lo scorso anno, le due ragazzine hanno espresso il desiderio di frequentare un corso di danza, l’associazione Mondo Donna ha deciso di assecondare questa loro inclinazione, contribuendo anche al sostegno dei costi. E’ stata individuata una scuola di ballo nella zona in cui abitano e ciascuna ha potuto scegliere l’ambito a lei più gradito. F., con la sua esuberanza, ha puntato al corso di danza acrobatica, mentre B. ha preferito la danza moderna. Alla fine hanno potuto esibirsi con i loro compagni sul palcoscenico del Teatro Duse di Bologna davanti ai genitori, agli operatori e a due amici. Poi lo spettacolo è stato replicato a una festa della località in cui vivono e sono state applaudite dagli altri beneficiari del progetto, che hanno trascorso così una piacevole serata.

Così B. sta vincendo le sue paure

Gli educatori di Mondo Donna hanno indirizzato la ragazzina più grande verso un corso in cui non fosse presente nessuno dei suoi compagni di classe, in modo da spezzare certi meccanismi negativi che si erano venuti a creare a scuola e che avevano fortemente minato l’autostima della bimba, rendendola confusa e ostile per timore di non essere apprezzata. Così B. ha vinto un po’ le sue paure, soprattutto quella di essere sbagliata, prendendo a poco a poco consapevolezza che la diversità appartiene a tutti e che per ciascuno rappresenta un elemento di distinzione.
Ora entrambe le bambine desiderano riprendere le lezioni di danza, anzi vorrebbero frequentare più volte alla settimana. F. rivela che le piacerebbe fare la ballerina da grande, mentre B. all’inizio non vuole sbottonarsi e zittisce la sorella per paura che racconti i suoi segreti, poi dice che lei preferirebbe fare l’insegnante di danza. Un ruolo più defilato, lontano dalle luci del palcoscenico. “Io vorrei entrare nel gruppo dei grandi”, è l’unica frase pronunciata infine da B. Del resto questo è il sogno di ogni adolescente: lasciare quella terra di mezzo che non ha più la spensieratezza dell’infanzia e non ancora la consapevolezza di sé dell’età adulta. La strada è ancora lunga, ma basta chiudere gli occhi volteggiando per sognare un approdo sereno.

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