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I Giochi Antirazzisti a Bologna: non solo sport

I Giochi Antirazzisti a Bologna sono ormai un appuntamento fisso per chi voglia di fare sport con uno spirito non competitivo in un contesto culturale molto variegato.

E anche quest’anno, nel weekend dal 20 al 22 giugno, al Centro sportivo Bonori (vicino al parco Nord) si sono incontrate oltre 1.300 persone organizzate in 130 squadre, provenienti dall’Italia (Bologna, Padova, Bergamo, Trento, Roma, Vicenza) e dall’estero (Austria, Francia, Germania). Qui hanno preso parte ai vari tornei di calcio a 7 (58 squadre), pallavolo su prato (40 squadre), ultimate frisbee (8 squadre), quidditch (3 squadre), touch rugby (4 squadre), e basket 4 contro 4 (20 squadre). Sabato 21 giugno la carovana ciclistica “Dalla via Emilia a Gaza”, partita da Piacenza, ha terminato il suo percorso ai Giochi in solidarietà con la popolazione palestinese.

Ai Giochi Antirazzisti non si fa solo sport, ma anche cultura e riflessione, in una manifestazione che rivendica la sua apertura verso istanze plurali e accoglienti, basandosi sul valore dell’antifascismo, dell’antirazzismo, dell’antisessismo e dell’antiabilismo. La volontà degli organizzatori è di portare avanti l’idea di un mondo senza discriminazioni, attraverso il gioco inteso come terreno di incontro, non di competizione, attraverso il quale si costruiscono comunità e relazioni.

Nell’edizione bolognese c’è stato spazio anche per i laboratori di giochi di tavoliere e di tiro alla fune. Si è ballato con il gruppo “Danza l’Africa”, si è assistito a esibizioni di boxe, muay thai e allo spettacolo di musiche e culture del sud “Allargate il cerchio”. Era presente anche un Corner dei diritti – a cura di Amnesty International, Avvocato di Strada, Diavoli Rossi, Medici Senza Frontiere, Mediterranea Saving Humans, SOS Mediterranee –  dove si è riflettuto, tra le altre cose, sui Centri di permanenza e rimpatrio (CPE) e su sport ed inclusione.

Carlo Balestri, presidente dell’associazione organizzatrice, traccia un bilancio positivo: “Quest’anno facendo la doppia edizione abbiamo voluto mantenere la presenza a Bologna, dove c’è un ritorno di partecipazione e abbiamo eguagliato i numeri dello scorso anno, ma abbiamo anche messo molte energie su Riace, dove dal 10 al 13 luglio nella spiaggia libera si svolgerà un’altra edizione dei Giochi. Quindi non era scontato il successo a Bologna, perché alcune squadre si sono riuscite a impegnare solo per Riace, invece è andata molto bene”.

Gli chiediamo che partecipazione c’è stata da parte delle persone rifugiate e richiedenti asilo “Sono venute squadre dei vari enti gestori dell’accoglienza, per i quali i Giochi antirazzisti sono ormai un appuntamento imperdibile, ma anche gli studenti della scuola d’Italiano Penny Wirton. Quest’anno abbiamo organizzato anche incontri di Wrestling antirazzista e antisessista, uno sport che è soprattutto spettacolo con una trama e una sceneggiatura da rispettare, che noi abbiamo riadattato, per cui alla fine ha vinto il personaggio transgender, mentre il personaggio che rappresentava il pensiero razzista ha perso… Insomma, abbiamo sperimentato un Wrestling educativo: un ribaltamento totale rispetto alla tradizione di questo sport”.

Seguiremo dunque la manifestazione di Riace, a cui parteciperanno anche beneficiari del SAI di Bologna. “È una sfida organizzativa perché sarà un grande evento, avremo un concerto con Daniele Silvestri, uno con il gruppo Parto delle Nuvole Pesanti, saranno presenti sportivi come Claudio Ranieri e Massimo Mauro, oltre naturalmente all’eurodeputato e quattro volte sindaco del paese Mimmo Lucano. A Riace giocheremo sulla spiaggia, soprattutto a calcio e volley. Le persone saranno ospitate nelle case dell’accoglienza diffusa, nella mediateca e scuola elementare, in campeggio a Caulonia o in case private.”

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