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Precious, nata per fare la pizzaiola “E’ bravissima e tutti la apprezzano”

Sui documenti ufficiali ancora manca una lettera, che le deforma il nome. A quella “u” che qualcuno si è dimenticato di trascrivere al suo arrivo in Italia lei tiene ovviamente tantissimo, e appena possibile chiederà che sia posto rimedio a quella svista cosicché per tutti ritorni ad essere Precious tutta intera, con il bel nome che le hanno dato i suoi genitori e che è così significativo per la nuova vita che vuole iniziare.

Oggi Precious ha 19 anni, ne aveva 17 quando è arrivata in Sicilia dopo un lungo viaggio dalla Nigeria. Dal 22 dicembre del 2017 è ospite nella struttura SPRAR “Casa Birba”, gestita dalla coop Società Dolce a Bologna. Si è trasferita da una struttura SPRAR calabrese in vista di un intervento ortopedico all’Istituto Rizzoli per correggere una disabilità che le crea qualche problema nel camminare e fastidiosi dolori quando si affatica troppo. Il suo rifugio, insieme ad altre 17 ragazze e 4 bambini piccoli, è una grande villa di campagna in fondo a una strada stretta che costeggia l’autostrada. “Casa Birba” accoglie giovani immigrate minori non accompagnate, neomaggiorenni come lei, vulnerabili, e due nuclei mamma-bambino.

La passione nata grazie a un corso per pizzaioli

Precious non riesce a nascondere la sua timidezza e l’italiano che sta imparando nelle lezioni alla scuola del CPIA Metropolitano di Bologna non è ancora così robusto da permetterle di comunicare in piena libertà e trasmettere le sfumature del suo pensiero. Ha però ben chiaro che è riuscita a trovare una passione da seguire e che vorrebbe trasformare nel lavoro della sua vita: fare la pizza. Precious ha infatti partecipato, l’estate scorsa, al corso “A scuola di gusto”, organizzato dal centro di formazione ISCOM Bologna e promosso da ASP Città di Bologna per i giovani beneficiari del progetto SPRAR.

Per lei è stata la scoperta di una vocazione e dopo il corso, di cui ha ottenuto il certificato, è iniziato a settembre uno stage sul campo dove mettere in pratica le sue capacità di pizzaiola. ASP lo ha poi trasformato in un tirocinio lavorativo e da inizio ottobre Precious è in forza alla cucina della trattoria-pizzeria “Vecchio Mercato” di via Gobetti, gestita dal signor Bruno che l’ha accolta con piacere insieme alle altre persone che vi lavorano.

“Fare la pizza sembra semplice ma non è come sembra – racconta la giovane nigeriana –-. C’è sempre qualche difficoltà e serve fare pratica. Ad esempio, bisogna imparare a capire quando è pronta per essere servita mentre la si cuoce nel forno a legna. In trattoria lavoro dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 15 e do anche una mano come aiuto cuoco, come lavapiatti e per tutto quello di cui c’è bisogno. A pranzo non serviamo la pizza ma il venerdì sera è il mio momento: rientro al lavoro e mi metto alla prova con l’impasto, gli ingredienti e la cottura”.

Il titolare della trattoria: “Si impegna tanto e ci troviamo tutti bene con lei”

“Precious è una ragazza molto attiva, si impegna tantissimo, è attenta e precisa e recepisce subito gli insegnamenti perché è molto concentrata quando lavora – è l’ottimo giudizio del titolare della trattoria “Vecchio Mercato” –. Il suo unico problema sono i collegamenti difficili tra la casa dove vive e la trattoria, così la sera riesce a venire a lavorare solo il venerdì. Tutti si trovano bene con lei perché ha grandi capacità di integrazione, è educata e tranquilla. L’italiano lo sta imparando, piano piano, e per quel che posso le insegno i termini tecnici che si usano in cucina spiegandoli in inglese, la lingua straniera che comprende meglio. I nostri clienti sono incuriositi quando la vedono fare la pizza, perché non è frequente trovare una ragazza che fa questo lavoro, oltretutto carina e curata come è lei. Quando sarà finito il tirocinio, se l’andamento del mercato ce lo permetterà, ci piacerebbe continuare ad averla con noi per fare qualche turno”.

 

 

“Vorrei fare il mestiere per cui sono nata”

In Nigeria Precious non aveva mai assaggiato la pizza, ma sapeva che era un piatto famoso in tutto il mondo. Così, quando le hanno proposto di iscriversi al corso ha raccolto la sfida, anche se era l’unica ragazza partecipante, e ora non esita a definirlo “il mestiere per cui sono nata”. La sua pizza preferita? Pomodoro, mozzarella, tonno e cipolla, ma anche wurstel e olive è una combinazione che le piace.

Le sue giornate non si esauriscono in trattoria: dal martedì al venerdì, al pomeriggio, frequenta la scuola di italiano mentre la domenica è riservata alla messa alla chiesa evangelica in via Mattei, dall’altra parte della città. Il sabato lo dedica a se stessa e alle sue amiche a “Casa Birba”, attendendo i prossimi colloqui alla Commissione Territoriale, l’intervento chirurgico che può migliorarle la vita e magari un futuro in Italia in cui poter fare il lavoro che ha imparato ad amare.

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