“Mi chiamo Hardi, avevo un dovere: mandare un messaggio. Forte. Per raccontare chi siamo, cosa sentiamo, il nostro viaggio interiore e cosa ci sta succedendo, le molte speranze e ciò contro cui combattiamo. Nel farlo, assieme ad amici, i pensieri e le parole di ciascuno sono diventati linguaggio universale, energia contagiosa. Ora chiamano da tutte le città italiane per dirci: bravi, finalmente qualcuno ha parlato. Ma…”.
Non saranno quel “quarto d’ora di celebrità” che stanno vivendo nei social media, o i tanti incontri nelle scuole, a teatro e nei centri civici, che faranno perdere il senso della realtà ad Hardi, Modou, Princewill, Ibra (adolescenti cantanti) e a tutti gli altri giovani migranti che hanno contribuito a Benkelema, canzone rap che spopola in video su You Tube.
Perché sanno che se pure hanno trovato il linguaggio giusto, la musica, la loro battaglia culturale, di civiltà, per l’inclusione, sarà lunga e difficile. Perché anche se non lo sanno (o non lo dicono), la loro è una battaglia politica. Tutta in salita. Perché, minori stranieri non accompagnati, in Italia da oltre un anno, accolti con protezione umanitaria e ospitati dalla coop sociale CEIS A.R.T.E. al Villaggio del Fanciullo di Bologna (una quarantina i minori all’interno del sistema SPRAR), il “decreto sicurezza” renderà la vita più difficile. Impossibile, d’ora in poi, per chi, ragazzi come loro o adulti, sperava di trovare in Italia protezione.
“Nell’aria, nella vita di tutti i giorni si sente questo nuovo momento. Accendo la tv, leggo i social e quasi mi sento male, ho paura – dice Hardi -. Per strada molta gente sorride e mi tratta con rispetto, ma altri mostrano diffidenza. Non vorrei, eppure spesso mi trovo a guardarmi attorno con sospetto. Ma la nostra lotta deve proseguire. E dunque continueremo a cantare, a fare disegni, scrivere e parlare di persona con la gente. Benkelema esprime i nostri sentimenti, una visione del mondo fatta di comunanza, dello stare tutti insieme in pace, come fossimo una sola persona”.
“Perché Benkelema – spiega Modou – parola in lingua bambara che abbiamo scelto come titolo della canzone, esprime i nostri desideri: crescere, studiare, amare, lavorare, vivere. Questo rap, che abbiamo scritto in tanti, ci permette di dire quello che pensiamo, vediamo, vogliamo. Abbiamo messo in Benkelema tutta la nostra passione: chi ci ascolta lo sente e si immedesima. Siamo gambiani, nigeriani, di altri Paesi africani, con alle spalle esodi e sofferenze, il deserto e le prigioni della Libia. Il rap parla del viaggio, del primo giorno in Italia, del profumo della libertà e del desiderio di stare assieme in pace, abbattendo il muro del razzismo”.
I ragazzi del rap hanno dato voce alle decine, centinaia di migranti che non hanno la possibilità o la forza di parlare. Poi c’è la vita di tutti i giorni. Fatta di tirocini, di ricerca di un’occupazione, sognando un posto da facchino, da cuoco, da addetto alla ristorazione. La professoressa Irene Olavide, insegnante di italiano e responsabile del Laboratorio di inclusione culturale del CEIS A.R.T.E., li stimola e coinvolge in altri progetti con i ragazzi SPRAR, perché “sono questi giovani che hanno la responsabilità e la possibilità di educare la società a non discriminare. La musica, così come il disegno e la scrittura, dove molti di loro eccellono, sono strumenti moderni ed efficaci per dare forma a idee e valori”.
Ma Bologna ha capito? “Sì – conclude Hardi -. L’ho visto e sentito negli incontri al Minghetti, al Mambo, al Centro Zonarelli. Non solo i richiedenti asilo, ma molte persone esterne si sono sentite coinvolte e ora ci dicono: Benkelema. Siamo rimasti sopresi e felici. Il nostro non è un messaggio individuale, ma collettivo e partecipato contrario a quello di chi vuole escludere, chi fomenta odio e separazione. Il mio ‘capo’ al lavoro non mi ha detto bravo per la canzone, ma “ho capito quello che volete dire. Continuate”. Ed è stata la gioia più grande”.
Benkelema
Ascolta, c'è una cosa questa è una nuova vita
per firmare la pace, dammi una matita
bianco e nero, guarda il panda
vive in Asia, ma lui non canta.
Ho visto tanti posti,
così lontani, così diversi
tanti paesi e tante religioni
atmosfere differenti e differenti emozioni.
ma lo so fratello, siamo tutti uguali
Benkelema, kairo, pace, jama, salam.
la vita è un viaggio che non finirà
vogliamo una forza che non stancherà
è una strada, ci vuole coraggio
perché il male è solo un passaggio.
benkelema, kairo, pace, jama, salam.
Sono partito dal mio paese amato
ho sofferto molto, vengo da lontano.
mio viaggio è stato lungo
mi fa crescere ma non è finito.
Dentro il mare
sono immortale
come una conchiglia
ho trovato una famiglia
ma non dimentico la cultura mia
Irene Maria non andare via!
Benkelema, kairo, pace, jama, salam
la vita è un viaggio che non finirà
vogliamo una forza che non stancherà
è una strada, ci vuole coraggio
perché il male è solo un passaggio.
benkelema, kairo, pace, jama, salam.
Voglio cambiare la parola razzismo,
perché è cattiveria e solo egoismo.
non dobbiamo stare zitti
ma possiamo essere saggi e felici.
Siamo qui per vivere e amare
non solo per crescere e studiare
vogliamo cambiare l'ipocrisia,
la mente chiusa non capisce la poesia.
La vita non è facile
ma la nostra anima è nobile.
davanti all'amore siamo i cantanti,
italiano, albanese
siamo i parlanti.
Questo è sicuro,
noi saremo il futuro.
perché solo dio sa
che noi siamo figli di king kuntà.
Benkelema, kairo, pace, jama, salam
la vita è un viaggio che non finirà
vogliamo una forza che non ci stancherà
è una strada, ci vuole coraggio
perché il male è solo un passaggio.
benkelema, kairo pace jama salam
Oggi siamo qui con le nostre mani
ma nessuno sa cosa sarà domani.
anche se non ti piace,
dobbiamo essere in pace.
Ricordo la gioia del primo giorno in italia
l'alba che nasce il vento che soffia
Il mare ancora calmo
la nave arriva al porto
guardo i miei compagni intorno
rivedo il sorriso perso da tanto
Allora sento la felicità
e il profumo della libertà
Benkelema, kairo, pace, jama, salam
la vita è un viaggio che non finirà
vogliamo una forza che non ci stancherà
è una strada, ci vuole coraggio
perché il male è solo un passaggio.
Benkelema, kairo, pace, jama, salam