Barista e cameriere, calciatore per hobby, aspirazione… “…che dici del mio sogno, diventare un presidente?”.
Sorride, nel concludere l’intervista Omar Badji, ma nel suo impeccabile italiano conferma. “Mi piace il lavoro che faccio, ho tanti amici che sono come una famiglia, ma la carriera politica mi interessa, direi che ci sono portato. Chissà…”.
“Lavoro al ristorante, sono soddisfatto”
La storia di Omar, che di recente ha festeggiato i 24 anni, è fatta di pazienza e perseveranza, buon carattere e incontri positivi da quando è in Italia. È arrivato dal Senegal, due anni e mezzo fa, attraversando Mali, Algeri, Libia: un’odissea di fatica, privazioni e sofferenze comuni a tanti come lui.
Ha un lavoro stabile Omar, ora, al ristorante afro-etnico “Da Adama”, periferia cittadina, dopo una formazione da “Eataly”, altro ristorante nel cuore del centro storico di Bologna. E ne è felice. Ma resta il rammarico di essere stato costretto a interrompere gli studi. “Dopo aver superato l’esame di terza media, ho cominciato a frequentare le Aldini, meccanica, ma i Decreti Sicurezza, per poter restare in Italia, hanno fatto sì che dovessi trovarmi immediatamente un’occupazione”.
“Da ‘Eataly’ ho imparato il mestiere, a conoscere l’italiano e Bologna, a capire meglio la gente. Da magazziniere mi hanno ‘promosso’ a cameriere e quindi a barista; scaduto il contratto è arrivata l’offerta di ‘Da Adama’, e lì mi sento come a casa. Siamo in tre: la cuoca, l’aiuto cuoco e io. Siamo aperti tutti i giorni, sabato e domenica compresi. Il tempo libero a disposizione non è tanto, ma coltivo ugualmente i miei hobby. Il calcio anzitutto: ho cominciato, portiere sin da bambino, nella Casamance, in Senegal. L’anno scorso giocavo in Promozione, al Pilastro, quest’anno gioco nei campi da calcio a 7”.
Il progetto “School 4 Job”
La svolta, per Omar, è arrivata con il progetto “School 4 Job”, circa un anno fa. Un progetto di alternanza scuola-lavoro, promosso da Arca di Noè, nato per favorire lo scambio di competenze per la ricerca del lavoro tra i giovani studenti e richiedenti asilo a Bologna. “L’incontro con quegli insegnanti e gli studenti ha cambiato la mia vita, non smetterò mai di ringraziarli. Sono loro oggi le persone più fidate, con i ragazzi della cooperativa mi sento come in famiglia. È con loro, il 9 dicembre, che ho festeggiato i miei 24 anni. Ho imparato tanto frequentandoli: come cercare un’occupazione online, come mandare un curriculum e sostenere un colloquio, la lingua e le giuste maniere per rapportarsi con le persone”.
“School 4 Job” nasce nel 2018, quando Arca di Noè coinvolge venti studenti del liceo classico “Marco Minghetti”, diciotto del liceo Scientifico “Enrico Fermi” e gli ospiti richiedenti asilo e rifugiati del sistema di Accoglienza SPRAR-SIPROIMI di ASP Città di Bologna. Un’esperienza di gruppo facilitata dalla presenza di counselor e tirocinanti di “Aicis Bologna (Associazione Italiana Counseling Integrato e Sostegno)” e delle équipe di lavoro delle strutture d’accoglienza gestite da Arca di Noè, in particolare la scuola di italiano Di-Mò e l’ufficio Job Placement. Sessioni intensive di incontri e ascolto dedicate all’orientamento e alla ricerca di un mestiere come comune denominatore. Il percorso di alternanza scuola-lavoro è proseguito anche nel 2019 con un progetto, finanziato dalla Fondazione Carisbo, sempre proposto da Arca di Noè in collaborazione con Accoglienza SIPROIMI, Aicis e UniBO (Dipartimento di Scienze dell’Educazione G.M Bertin), insieme al liceo “Marco Minghetti” di Bologna e all’I.I.S “Archimede” di San Giovanni in Persiceto, con l’attivazione di tirocini, sportelli d’orientamento e workshop per tutto il 2019.
“Il futuro è fatto di pazienza”
“Guardo alla vita e al futuro con pazienza – scandisce Omar -. Nella vita è fondamentale. Sono arrivato in un Paese che non conoscevo e, a differenza di molti altri coetanei, sono stato subito accolto bene. Ho avuto fortuna e la pazienza di studiare, imparare l’italiano, conoscere degli amici, continuare a praticare sport. E, sempre con pazienza, magari un giorno mi darò alla politica, in Italia o a casa mia in Senegal…”.